Se le pazienti con tumore al seno HER2-positivo non riescono a raggiungere una remissione completa nonostante abbiano esaurito le attuali opzioni terapeutiche, il rischio di recidiva è elevato. I risultati di uno studio di fase III in aperto con trastuzumab emtansine fanno sperare.
Per lo studio di fase III in aperto, sono state studiate 1486 pazienti con tumore al seno HER2-positivo che presentavano una malattia residua invasiva nonostante la chemioterapia neoadiuvante, nonché la terapia mirata a HER2 e la successiva chirurgia. Randomizzati 1:1, hanno ricevuto 14 cicli del coniugato anticorpo-farmaco, costituito dall’inibitore della microtubula DM1 legato all’anticorpo monoclonale mirato a HER2 trastuzumab emtansine (T-DM1), oppure trastuzumab per 12 settimane. L’endpoint primario è stato definito come sopravvivenza libera da malattia invasiva (IDFS).
L’analisi dei risultati ha mostrato che T-DM1 ha migliorato significativamente l’IDFS rispetto a trastuzumab. Sono stati registrati in totale 256 eventi IDFS, di cui 91 (12,2%) si sono verificati nel regime T-DM1 e 165 (22,2%) nel gruppo di controllo (hazard ratio (HR) non stratificato: 0,50; intervallo di confidenza (CI) 95%: 0,39-0,64; p<0,0001). La valutazione per quanto riguarda la sopravvivenza globale è ancora in sospeso. A questo proposito, una fase di follow-up più lunga fornirà approfondimenti più dettagliati.
Fonte: Geyer Jr CE, et al: Studio di Fase III di trastuzumab emtansine (T-DM1) vs trastuzumab come terapia adiuvante in pazienti con carcinoma mammario precoce HER2-positivo con malattia invasiva residua dopo chemioterapia neoadiuvante e terapia mirata a HER2, incluso trastuzumab: risultati primari di KATHERINE. Abstract GS1_10, SABCS 2018
InFo ONcOLOGIA & EMATOLOGIA 2019; 7(1): 32