La depressione è una delle malattie mentali più comuni. I ricercatori hanno ora scoperto che non solo gli antidepressivi possono portare a un miglioramento dei sintomi, ma anche gli antibiotici. Inoltre, il principio di collegamento applicato all’HIV potrebbe essere efficace anche nella terapia della depressione.
Almeno 350 milioni di persone nel mondo soffrono di depressione. La disperazione, la mancanza di speranza, l’apatia e l’anedonia hanno poi una forte presa sulle persone colpite. Nel peggiore dei casi, i sintomi sfociano in pensieri e tentativi di suicidio. Con gli antidepressivi si può ottenere un miglioramento affidabile dei sintomi della depressione clinicamente manifesta, ma questo non di rado è oscurato dagli effetti collaterali. Inoltre, circa il 30% non risponde alla terapia. Un team di ricercatori ha ora studiato la connessione tra emotività, depressione e microbioma nei topi di laboratorio. Perché la nostra psiche è regolata da diverse influenze. Oltre agli ormoni, questo include anche il microbioma. Nel frattempo, sta diventando sempre più chiaro che la composizione della flora intestinale non è solo importante per la digestione, ma determina anche in modo significativo il benessere emotivo.
Lo studio è riuscito a dimostrare che il microbioma intestinale di ratti particolarmente ansiosi, che presentano un comportamento depressivo resistente al trattamento, differisce in modo significativo da quello di animali normali, non ansiosi. La somministrazione dell’antibiotico minociclina è nota per modificare la flora intestinale. Tuttavia, gli animali ansiosi sono anche significativamente più attivi in seguito e mostrano un comportamento meno simile alla depressione. Questo effetto si verifica perché la minociclina permette alle famiglie batteriche che producono in particolare acidi grassi a catena corta di proliferare nel microbioma. Questi possono entrare nel cervello attraverso il flusso sanguigno. Nella depressione, le microglia responsabili della regolazione di numerose funzioni cerebrali si attivano, il che viene visto come un processo infiammatorio del cervello. Il butirrato, una sostanza della famiglia dei batteri, può impedire questa attivazione e ha un corrispondente effetto antinfiammatorio.
Nuova terapia con particelle di HIV?
Un altro gruppo di ricerca ha sperimentato le molecole del virus HI ed è stato in grado di dimostrare nel modello murino che l’effetto terapeutico è significativamente più rapido e più forte rispetto ai precedenti antidepressivi. Per farlo, hanno accoppiato la proteina di segnalazione terapeuticamente attiva Homer1a con una molecola smuggler che consente anche al virus HI di entrare nelle cellule. La proteina dell’HIV può penetrare facilmente nella membrana cellulare grazie alle sue proprietà fisico-chimiche. Nel processo, contrabbanda la proteina Homer, terapeuticamente efficace, attraverso la barriera emato-encefalica e nella cellula. In questo modo, il principio attivo arriva direttamente dove è necessario e può intervenire nelle vie di segnalazione della cellula. È bastata un’ora perché l’effetto antidepressivo facesse effetto. La proteina Homer attiva le proteine di superficie con i recettori AMPA, rendendo la cellula più reattiva alle cellule. Nei pazienti con depressione vengono prodotti meno Homer e AMPA. Ulteriori studi mostreranno se questo è un percorso per un nuovo approccio terapeutico efficace.
Ulteriori letture:
- Schmidtner AK, Slattery DA, Gläsner J, et al: La minociclina altera il comportamento, la microglia e il microbioma intestinale in modo dipendente dal tratto. Psichiatria Traslazionale 2019; DOI: https://doi.org/10.1038/s41398-019-0556-9
- Holz A, Mülsch F, Schwarz MK, et al.: L’aumento della segnalazione mGlu5 nei neuroni eccitatori promuove effetti antidepressivi rapidi attraverso l’attivazione dei recettori AMPA. Neurone. 2019; 104: 338-352.e7.
InFo NEUROLOGIA & PSICHIATRIA 2019; 17(6): 32