Scopo: Lo studio esamina una possibile associazione tra il consumo di caffè e il rischio di discinesia indotta da levodopa nei pazienti con malattia di Parkinson.
Sfondo
Negli ultimi anni, alcuni studi hanno trovato un’associazione coerente tra il consumo di caffè e la riduzione del rischio di sviluppare la malattia di Parkinson. Il rischio di Parkinson dei bevitori di caffè era inferiore di circa il 30% rispetto al gruppo di controllo. L’effetto è maggiore quanto più caffè viene bevuto. Il caffè è una metilxantina. Il principale effetto farmacologico è l’antagonismo del recettore A2A dell’adenosina, che regola il sistema dopaminergico nigrostriatale. Gli studi farmacologici con gli antagonisti del recettore dell’adenosina A2A mostrano una riduzione del tempo OFF nei pazienti con Parkinson con fluttuazioni motorie.
Pazienti e metodologia
Lo studio FRAGAMP è uno studio multicentrico italiano caso-controllo che indaga sui possibili fattori ambientali e genetici nella malattia di Parkinson. Un’intervista faccia a faccia è stata condotta da un neurologo qualificato con l’aiuto di un questionario standardizzato. La gravità motoria della malattia è stata determinata utilizzando la Scala Unificata di Valutazione della Malattia di Parkinson (UPDRS Parte III). La parte IV dell’UPDRS è stata utilizzata per valutare la gravità delle discinesie. L’associazione tra il consumo di caffè e le discinesie indotte dalla levodopa è stata studiata con un’analisi di regressione logistica. I parametri con un valore di cut-off di p=0,1 nell’analisi univariata sono stati inclusi nel modello.
Risultati
Un totale di 485 pazienti è stato incluso nello studio. Dei 485 pazienti, un totale di 439 stava assumendo levodopa (200 levodopa da sola; 239 levodopa in combinazione con un agonista della dopamina; 46 solo agonisti della dopamina). L’analisi multivariata ha mostrato un’associazione negativa significativa tra la presenza di discinesia e il consumo di caffè (“mai” vs. “mai”) con un rapporto di probabilità aggiustato di 0,44 (95% CI; 0,23-0,85). È stata trovata anche un’associazione significativa tra la dose (tazze al giorno) e il rischio ridotto (p<0,05).
Conclusioni degli autori
Un effetto positivo degli antagonisti dell’adenosina A2A sulla discinesia indotta dalla levodopa è già stato riscontrato in diversi studi preclinici e confermato in uno studio clinico pubblicato di recente. Questo ha dimostrato una riduzione della discinesia indotta da levodopa di ben il 40% nei pazienti con un consumo di >12 once di caffeina/d rispetto a <4 once/d [1]. I punti di forza dello studio attuale sono la valutazione neurologica e l’intervista faccia a faccia. I punti deboli sono il disegno retrospettivo e un “bias di richiamo” che non può essere escluso.
Commento
Il consumo di caffè non solo riduce il rischio di malattia di Parkinson in modo dose-dipendente, ma sembra anche avere un’influenza positiva su una complicanza motoria tardiva importante e spesso limitante la terapia, le discinesie indotte dalla levodopa, nei pazienti con malattia esistente. Questo effetto positivo è tanto più impressionante in quanto è stato anche dimostrato che un consumo maggiore di caffè riduce la mortalità per tutte le cause [2].
Letteratura:
- Wills AM, et al: Consumo di caffeina e rischio di discinesia in CALM-PD. Mov Disord 2013 Mar; 28(3): 380-383.
- Ding M, et al: Associazione del consumo di caffè con la mortalità totale e per cause specifiche in 3 grandi coorti prospettiche. Circulation 2015 Dec 15; 132(24): 2305-2315.
InFo NEUROLOGIA & PSICHIATRIA 2016; 14(2): 32