Esistono numerosi metodi di intervento per il trattamento della cheratosi attinica, compresi gli approcci guidati dalla lesione e dal campo. La terapia fotodinamica è una delle misure di trattamento consolidate per queste comuni lesioni precancerose della pelle. Diversi studi attuali affrontano la questione di come sia possibile ottimizzare la qualità e i risultati della terapia.
La cheratosi attinica è un carcinoma epiteliale in situ della pelle che può svilupparsi in un carcinoma invasivo a cellule squamose. Le persone con pelle chiara che trascorrono molto tempo all’aperto sono particolarmente a rischio. La terapia fotodinamica (PDT) si basa sull’applicazione di sostanze fotosensibilizzanti che si accumulano selettivamente nei cheratinociti atipici dell’epidermide malata e vengono attivate dall’illuminazione con luce di lunghezza d’onda adeguata. Nel processo, i processi fotochimici e fisici generano specie reattive dell’ossigeno (ROS), che portano al danno cellulare e alla morte cellulare dei cambiamenti precancerosi. Nella terapia fotodinamica convenzionale, l’acido 5-aminolevulinico (ALA-PDT) risp. Metil aminolevulinato (MAL-PDT) applicato sulla pelle. L’ALA fotoattivo è un precursore della sostanza porfirina propria dell’organismo e, sotto l’influenza della luce di una certa lunghezza d’onda, provoca la formazione di ossigeno aggressivo, che contribuisce alla morte cellulare delle cellule malate [1].
Panoramica dei risultati dello studio attuale
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Meno doloroso grazie al regime terapeutico modificato
L’ALA-PDT è un’opzione di trattamento efficace per la cheratosi attinica, ma alcuni pazienti sperimentano il dolore come effetto collaterale durante il trattamento. In uno studio clinico (n=23), un regime terapeutico convenzionale (pre-trattamento di 1 ora con ALA seguito da irradiazione con luce blu) è stato confrontato con un nuovo regime modificato in cui l’irradiazione con luce blu viene avviata subito dopo l’applicazione di ALA [2]. Una formulazione topica di ALA 20% è stata applicata su tutto il viso e/o sul cuoio capelluto. Su un lato del corpo, l’irradiazione con la luce blu è stata avviata immediatamente e continuata per 30, 45 o 60 minuti (PDT modificata). Sul lato controlaterale, la luce blu è iniziata 1 ora dopo l’applicazione di ALA ed è durata 1000 secondi (PDT convenzionale). Il dolore è stato valutato su una scala da 0 a 10. Il numero di lesioni cheratotiche è stato determinato dall’esame clinico e dalle fotografie. 3 mesi dopo il trattamento, la clearance delle lesioni era quasi identica su entrambi i lati, come dimostrato dai test statistici in un disegno di non inferiorità. Tuttavia, la forma modificata di PDT, cioè con irradiazione simultanea, ha provocato un dolore significativamente inferiore rispetto alla terapia convenzionale. Per quanto riguarda l’interpretazione dei risultati, si sottolinea che sebbene si tratti di uno studio clinico controllato, la dimensione del campione era relativamente piccola.
Terapia combinata: più è, meglio è?
Nella pratica clinica, diversi interventi vengono spesso utilizzati in combinazione per ottenere i migliori risultati possibili. Nell’attuale linea guida S3 sulla cheratosi attinica e il carcinoma a cellule squamose della pelle, c’è una forte raccomandazione basata sul consenso di offrire una combinazione di modalità di trattamento diretta al campo e diretta alla lesione [1]. Ciò si basa sulla consapevolezza che, combinando diverse modalità di trattamento, si possono ottenere potenziali effetti sinergici attraverso diversi meccanismi d’azione. Le terapie combinate che consistono in un campo diretto e in una procedura ablativa hanno dimostrato di essere ben tollerate nella pratica clinica [2]. In una pubblicazione su questo argomento pubblicata nel 2020, la combinazione di criochirurgia seguita da PDT, così come la PDT in combinazione con procedure topiche e la PDT con microneedling, hanno ottenuto risultati leggermente migliori rispetto alle rispettive monoterapie. Gli autori concludono che l’uso di terapie combinate deve essere valutato individualmente, tenendo conto degli aspetti specifici del paziente e della lesione [3].
Letteratura:
- Heppt MV, et al: Linea guida S3 “Cheratosi attinica e carcinoma a cellule squamose della pelle”, versione abbreviata, Parte 1: 4 marzo 2020, https://onlinelibrary.wiley.com/
- Kaw U, et al: JAAD 2020; 82(4); 862-868.
- Steeb T, et al: JEADV 2020; 34(4): 727-732.
PRATICA DERMATOLOGICA 2020; 30(4): 44