L’ipersensibilità viscerale e i disturbi della motilità sono sospettati come fattori centrali per i disturbi gastrointestinali ricorrenti senza evidenza di una causa patologica d’organo. Il tratto gastrointestinale è altamente innervato e presenta un gran numero di fibre nervose afferenti e circuiti riflessi. Le interazioni tra il sistema nervoso periferico e quello centrale sono descritte nel concetto di “asse cervello-intestino”.
Se i sintomi come flatulenza, dolore o crampi addominali, gonfiore, diarrea o costipazione si verificano per un periodo di almeno 6 mesi, la diagnosi di disturbo gastrointestinale funzionale può essere fatta secondo i criteri ROM IV. [1,2]. Questi sintomi del tratto gastrointestinale superiore e inferiore, che causano una notevole sofferenza alle persone colpite, spesso si sovrappongono. I disturbi gastrointestinali più comuni sono la dispepsia funzionale e la sindrome dell’intestino irritabile [3]. Secondo le attuali conoscenze, si tratta di malattie multifattoriali, per cui l’esatto meccanismo eziologico non è ancora stato completamente chiarito. Il tratto digestivo umano è un sistema altamente innervato, con una moltitudine di fibre nervose afferenti che generano informazioni sul contenuto intestinale e sui processi regolatori della digestione, dell’assorbimento e della difesa immunitaria [4]. Queste connessioni sono descritte nel modello esplicativo dell’asse intestino-cervello (riquadro).
Asse intestino-cervello (“Brain-Gut-Axis”) L’asse intestino-cervello è un concetto di interazione tra i sistemi nervoso periferico e centrale che coinvolge i processi neuroendocrini e neuroimmunologici [16]. Ciò influisce anche sui fattori psicosociali (ad esempio, la gestione dello stress) e fornisce una spiegazione parziale del fatto che i problemi psicologici si verificano più frequentemente nei pazienti con dispepsia funzionale o sindrome dell’intestino irritabile [17]. Un altro fattore patogenetico che sta diventando sempre più importante secondo le recenti scoperte è il microbioma e il micobioma [7,18]. |
L’aumento della vigilanza sugli stimoli intestinali nocicettivi è caratteristico.
Il meccanismo dell’ipersensibilità viscerale si riferisce a un’aumentata vigilanza su sensazioni specifiche nel tratto gastrointestinale ed è stato a lungo discusso come un importante fattore patogenetico per i disturbi digestivi funzionali [5]. Si pensa che una soglia percettiva e dolorifica più bassa agli stimoli intestinali contribuisca alla sensibilizzazione nervosa centrale. L’ipersensibilità viscerale è un meccanismo nocicettivo essenziale sia nella SII che nella dispepsia funzionale [6]. La dispepsia funzionale è caratterizzata, tra l’altro, dal dolore epigastrico. La sindrome dell’intestino irritabile è associata a un’alterazione della microflora gastrointestinale e a una bassa soglia del dolore quando la parete intestinale si dilata. Secondo il consenso ROM-IV, dopo aver escluso le cause organiche, si dovrebbe effettuare una terapia orientata ai sintomi, individuale e limitata nel tempo. L’obiettivo primario del trattamento è ridurre i sintomi e migliorare la qualità della vita [1].
La combinazione di menta piperita e olio di cumino ha effetti analgesici e antimicrobici.
La menta piperita (Mentha×piperita L.) e il carvi (Carum carvi L.) sono piante medicinali con una lunga tradizione. L’efficacia analgesica dell’olio di menta piperita e i suoi effetti rilassanti sui muscoli del tratto gastrointestinale sono dovuti al legame dell’ingrediente mentolo con il recettore del freddo (TRPM8) [8]. L’olio di cumino ha un effetto carminativo e antispasmodico, allevia la sensazione di pienezza e ha proprietà antimicrobiche e antiossidanti. La crescita dei germi patogeni viene inibita senza esercitare effetti negativi sui batteri intestinali desiderabili. Carmenthin® (principio attivo: menthacarin) è un preparato fitofarmacologico basato su una miscela ad alto dosaggio di olio di menta piperita e cumino. Questo medicinale, ben tollerato, è autorizzato dal sistema di assicurazione sanitaria svizzero per adulti e adolescenti a partire dai 12 anni di età per il trattamento di crampi lievi, gonfiore, dolore epigastrico e flatulenza [9,10]. Grazie all’effetto sinergico della combinazione ad alto dosaggio dei due oli essenziali, la mentacarina riduce l’iperalgesia viscerale post-infiammatoria fino al 50% in un confronto con placebo [11]. Grazie alle proprietà antimicotiche e antibatteriche, il preparato fitofarmacologico contrasta la soglia del dolore profondo spesso associata all’iperalgesia viscerale.
Efficacia comprovata per i disturbi funzionali gastrointestinali
Uno studio multicentrico randomizzato in doppio cieco controllato con placebo (n=114) ha dimostrato l’efficacia della mentacarina (2x/d 1 capsula) nei pazienti con dispepsia funzionale cronica o ricorrente [12]. L’alleviamento del dolore e del disagio è stato un fattore importante. Ai punti temporali di misurazione 2 settimane e 4 settimane dopo il basale, la riduzione dei sintomi è stata significativamente maggiore nel braccio di trattamento rispetto alla condizione placebo (p<0,001). Esistono anche prove empiriche sulla sindrome dell’intestino irritabile. Per esempio, una meta-analisi basata sulla valutazione di cinque studi sperimentali randomizzati e controllati con placebo sull’uomo ha dimostrato che l’olio di menta piperita è efficace per alleviare i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile e del dolore addominale [13]. Nella linea guida S3 Sindrome dell’intestino irritabile della Società tedesca per le malattie digestive e metaboliche c’è una raccomandazione per la mentacarina [14]. Studi recenti si occupano anche dell’efficacia di questo trattamento combinato fitofarmacologico. Tra l’altro, è stato dimostrato in modelli animali che la mentacarina riduce in modo dimostrabile l’ipersensibilità viscerale [15].
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