La malattia autoimmune TTP è rara, pericolosa per la vita e difficile da trattare. I risultati di un ampio studio di fase III che ha coinvolto l’Inselspital di Berna stanno ora attirando l’attenzione su una nuova opzione terapeutica: il caplacizumab.
Con un’incidenza annuale di due o tre nuovi casi per milione, la porpora trombotica trombocitopenica (TTP) è rara. Se non viene trattata, porta alla morte nel giro di pochi giorni. Sono colpite soprattutto le persone più giovani e precedentemente sane, in prevalenza donne.
Nelle persone sane, la proteasi ADAMTS13 taglia la proteina “fattore Von Willebrand” (VWF) e quindi impedisce alle piastrine di aderire al VWF. L’ADAMTS13 manca nella malattia autoimmune TTP. Si formano dei coaguli e gli organi sono meno riforniti di sangue, il che può portare a insufficienza renale, infarto o ictus.
Fino ad oggi, la plasmaferesi quotidiana (estrazione degli autoanticorpi, aggiunta di ADAMTS13) in combinazione con gli immunosoppressori era considerata il gold standard nel trattamento della TTP. Tuttavia, il 10-20% dei pazienti muore durante un episodio acuto; più della metà subisce danni permanenti agli organi e limitazioni, spesso di natura neurologica. Le ricadute sono frequenti.
Uno studio internazionale di fase III con la partecipazione del Dipartimento di Ematologia dell’Inselspital di Berna ha ora confermato l’efficacia di un promettente approccio terapeutico. Il nanocorpo caplacizumab, che ha come bersaglio il VWF, fa sì che il VWF e le piastrine non si attacchino insieme, il che significa che la malattia può essere allontanata in pochi giorni e che si possono evitare ulteriori danni agli organi. Lo studio ha coinvolto 145 pazienti, metà dei quali ha ricevuto il Nanobody o il placebo per 30 giorni, oltre allo scambio di plasma. Per il 75% del gruppo verum, la fase acuta della TTP è terminata dopo soli 2,95 giorni (gruppo placebo: 4,5 giorni). Inoltre, i soggetti nanobody hanno richiesto meno plasmaferesi (mediana 5 vs. 7) e hanno potuto essere dimessi prima. Il profilo degli effetti collaterali è stato simile in entrambi i gruppi, anche se il sanguinamento minore è stato più frequente con il trattamento Nanobody, come previsto (65% contro 48%).
Fonte: Scully M, et al: Trattamento con caplacizumab per la porpora trombotica trombocitopenica acquisita. N Engl J Med 2019; doi: 10.1056/NEJMoa1806311 [Epub ahead of print].
PRATICA GP 2019; 14(1): 2