Come terapista della riabilitazione oncologica, una volta ho incontrato una paziente che ha citato il suo chirurgo come segue: “Sono riuscito a rimuovere completamente il suo tumore. Sei di nuovo in salute”. Questa affermazione, inizialmente molto pragmatica, a un secondo sguardo nasconde gran parte della realtà. Le domande, le paure e le incertezze sono spesso stressanti almeno quanto le conseguenze dirette dell’intervento chirurgico, della chemioterapia o della radioterapia e richiedono un approccio sensibile e interdisciplinare da parte dei professionisti dell’assistenza in tutte le fasi della malattia e in tutte le fasi del trattamento.
In primo luogo, ovviamente, devono essere adottate misure che garantiscano innanzitutto la sopravvivenza del paziente. Nell’ultimo numero di InFo ONKOLOGIE & HÄMATOLOGIE abbiamo potuto leggere di un nuovo metodo chirurgico nella chirurgia cerebrale e di novità nell’oncologia pediatrica e geriatrica. Il numero attuale tratta, tra l’altro, degli sviluppi e della situazione di studio nel trattamento radio-chemioterapico perioperatorio dei tumori esofagei e gastrici. L’articolo di Norbert Lombriser, MD, Zurigo, mostra in modo impressionante quanto sia complessa la combinazione di opzioni terapeutiche a seconda dell’entità, dello stadio e della localizzazione del tumore.
Nella riabilitazione orientata all’ICF, la selezione delle opzioni terapeutiche si basa su fattori completamente diversi. Le limitazioni della funzionalità fisica e delle prestazioni non dipendono principalmente dallo stadio e dall’entità del tumore o dal suo trattamento. La riabilitazione dopo un intervento chirurgico viscerale e una terapia integrata e delicata per la parete addominale creano un ponte per il ritorno alla vita quotidiana del paziente. L’articolo al riguardo cerca di cogliere l’argomento in modo olistico: Da un lato, si basa su fatti medici e sulle conseguenze che ne derivano per la terapia e la formazione, ma descrive anche quanto sia importante per il paziente questa fase di recupero dell’indipendenza, della mobilità e della resilienza il più presto possibile.
Tutti questi argomenti dimostrano quanto l’oncologia sia in movimento per ottimizzare il trattamento e la terapia e per ridurre al minimo il carico associato per il paziente. Rimane una sfida progettare in modo ottimale le interfacce tra il trattamento acuto, la riabilitazione e il trattamento di follow-up.
Silvio Catuogno
InFo Oncologia & Ematologia 2014; 2(6): 4