La medicina moderna deve affrontare numerose sfide nel 21° secolo. Una delle più grandi è la crescente resistenza degli agenti patogeni ai farmaci convenzionali, in particolare agli antibiotici e agli antiparassitari. In questo contesto, i farmaci a base di erbe, che sono stati utilizzati nella medicina tradizionale per migliaia di anni, stanno diventando sempre più importanti.
(rosso) Si stima che esistano oltre 500.000 specie di piante in tutto il mondo, ma meno dell’uno per mille di queste sono state studiate scientificamente per le loro proprietà farmacologiche. Ciò indica l’enorme potenziale che il mondo vegetale potrebbe ancora offrire per il trattamento delle malattie – soprattutto per combattere le malattie parassitarie, che continuano a rappresentare una minaccia significativa per la salute in tutto il mondo.
La crescente minaccia delle malattie parassitarie
Le malattie parassitarie sono diffuse in tutto il mondo e colpiscono milioni di persone, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Sebbene le condizioni di vita siano in costante miglioramento in molte regioni del mondo, le infezioni parassitarie rimangono un problema serio, aggravato dalla crescente resistenza dei patogeni ai farmaci convenzionali. Questa resistenza significa che molte terapie consolidate stanno perdendo la loro efficacia e sono necessari nuovi approcci terapeutici. La fitoterapia, ossia l’uso di piante medicinali e dei loro estratti per trattare le malattie, offre un’alternativa promettente.
I vantaggi terapeutici dei principi attivi vegetali non risiedono solo nella loro efficacia, ma anche nella loro disponibilità ed economicità. A differenza dei farmaci sintetici, che sono spesso costosi da produrre, i farmaci vegetali possono spesso essere ottenuti localmente e prodotti a un costo inferiore. In molte regioni del mondo, dove l’accesso alla medicina moderna è limitato, le piante medicinali possono quindi svolgere un ruolo importante nell’assistenza sanitaria.
Infezioni da protozoi: Sfide e soluzioni a base vegetale
I protozoi sono tra i parassiti più diffusi e sono responsabili di un gran numero di malattie gravi. La malaria, la leishmaniosi e la malattia del sonno africana sono tra le malattie più conosciute causate dai protozoi e continuano ad essere gravi problemi di salute. La crescente resistenza dei protozoi ai farmaci convenzionali pone immense sfide alla medicina. La fitoterapia offre approcci promettenti per sviluppare nuove opzioni terapeutiche.
Malaria e artemisinina: un successo della fitoterapia
Una delle applicazioni più note e di maggior successo della fitoterapia è il trattamento della malaria con l’artemisina, un principio attivo estratto dalla pianta Artemisia annua. La malaria, causata da cinque diverse specie di Plasmodium, tra cui il Plasmodium falciparum e il Plasmodium vivax, è ancora una delle malattie parassitarie più letali al mondo. Ogni anno, tra i 300 e i 500 milioni di persone vengono infettate dalla malaria e, nonostante i progressi medici, ogni anno muoiono da 1,5 a 2,7 milioni di persone, soprattutto nell’Africa subsahariana.
L’artemisinina, isolata dalla pianta Artemisia annua, ha dimostrato di essere altamente efficace contro la malaria negli studi clinici. Soprattutto contro il Plasmodium falciparum, l’agente patogeno della malaria più pericoloso, l’artemisinina ha mostrato un effetto più rapido ed efficace rispetto ai farmaci precedenti, come la clorochina. Le terapie combinate a base di artemisina (ACT) sono oggi la terapia standard raccomandata contro la malaria da Plasmodium falciparum. Rispetto alla clorochina, l’artemisina elimina i parassiti più velocemente, riduce la durata della malattia e il rischio di ricaduta. Questo ha reso l’artemisinina una pietra miliare nel trattamento della malaria, soprattutto nelle aree con elevata resistenza ai farmaci convenzionali.
Nonostante questi successi, rimane la sfida che le specie di Plasmodium possono sviluppare resistenza, come è già successo con altri farmaci antimalarici. Per questo motivo, in tutto il mondo si sta conducendo una ricerca su ulteriori alternative a base vegetale. Alcune piante tradizionalmente utilizzate contro la malaria in Paesi come l’Etiopia o il Vietnam sono attualmente oggetto di studi intensivi per identificare nuovi agenti antimalarici. L’arbusto rampicante Rhaphidophora decursiva , originario del Vietnam, mostra promettenti proprietà antimalariche, anche se gli effetti collaterali, come la citotossicità osservata, devono essere ulteriormente studiati.
La malattia del sonno africana e le opzioni terapeutiche a base di erbe
La malattia del sonno africana, nota anche come tripanosomiasi africana, è un’altra infezione protozoaria causata dal parassita Trypanosoma brucei (Fig. 1). Trasmessa dalla puntura della mosca tse-tse, la malattia colpisce migliaia di persone ogni anno, soprattutto nelle aree rurali dell’Africa. Se non trattata, la malattia del sonno africana porta quasi sempre alla morte. La malattia progredisce in due fasi: nella fase iniziale si manifestano febbre, mal di testa e dolori articolari, mentre nella fase avanzata i parassiti attaccano il sistema nervoso centrale e portano a sintomi neurologici e persino al coma.
Il trattamento della malattia del sonno africana è complicato perché i farmaci disponibili sono tossici e hanno gravi effetti collaterali. Inoltre, molti ceppi di parassiti sono resistenti ai farmaci comuni. La fitoterapia potrebbe svolgere un ruolo importante in questo caso. Studi sui topi hanno dimostrato che un estratto della pianta Artemisia abyssinica, originaria dell’Etiopia, ha un effetto promettente contro il Trypanosoma brucei. L’estratto non solo ha ridotto il carico di parassiti nell’organismo, ma ha anche migliorato le condizioni generali degli animali infetti, alleviando l’anemia e rafforzando la risposta immunitaria.
Un altro esempio di trattamenti erboristici è la pianta Ocimum gratissimum, i cui estratti hanno mostrato una riduzione significativa della carica parassitaria nella tripanosomiasi. Questa pianta, originaria dell’Africa e dell’Asia, ha forti proprietà tripanicide e potrebbe svolgere un ruolo importante nel trattamento della malattia del sonno in futuro.
Leishmaniosi: una malattia trascurata ma mortale
La leishmaniosi è una malattia parassitaria tropicale causata da protozoi del genere Leishmania. Sebbene sia la seconda infezione parassitaria più letale dopo la malaria, viene spesso trascurata perché si verifica soprattutto nelle regioni più povere del mondo. Ogni anno vengono segnalati circa 2 milioni di nuovi casi di leishmaniosi e circa 12 milioni di persone soffrono della malattia. La leishmaniosi si presenta in tre forme principali: cutanea (pelle), mucocutanea (membrane mucose) e viscerale (organi interni).
Il trattamento della leishmaniosi è difficile, poiché molti dei farmaci utilizzati sono tossici e costosi. Inoltre, negli ultimi anni si sono sviluppati ceppi di parassiti sempre più resistenti. Tuttavia, la fitoterapia offre alternative promettenti. Numerosi estratti di piante, tra cui quelli di Yucca filamentosa e Picrorhiza kurroa, hanno mostrato forti proprietà antileishmaniane negli studi. Queste piante potrebbero servire come base per nuovi trattamenti meno tossici in futuro.
Particolarmente promettenti sono gli estratti della pianta Annona haematantha, il cui componente principale, il lattone argentilactone, ha dimostrato negli studi clinici di ridurre la carica parassitaria fino al 96%. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per confermare l’efficacia e la sicurezza di questi trattamenti a base di erbe.
Malattie da vermi: Approcci erboristici per combattere le elmintiosi
Oltre ai protozoi, anche le malattie da vermi, le cosiddette elmintiasi, rappresentano una minaccia considerevole per la salute. Le malattie causate da vermi tondi, tenie e vermi epatici sono particolarmente diffuse. Questi parassiti colpiscono non solo gli esseri umani ma anche gli animali e causano elevati costi sanitari in tutto il mondo.
Fasciolosi e schistosomiasi: estratti vegetali come alternativa
La fasciolosi, una malattia causata da vermi epatici del genere Fasciola, colpisce milioni di persone e animali in tutto il mondo. L’infezione avviene solitamente attraverso il consumo di piante o acqua contaminate. In fitoterapia, la mirra (Commiphora myrrha) ha dimostrato di essere un rimedio efficace contro questi parassiti. La mirra danneggia il guscio dei parassiti, rendendo più facile la loro uccisione.
Un altro esempio è la schistosomiasi, una delle infezioni parassitarie più comuni al mondo, particolarmente diffusa nelle aree tropicali di Africa e Asia. La malattia causata dagli schistosomi colpisce milioni di persone ogni anno. Anche in questo caso, la fitoterapia sta dando risultati promettenti. Piante come l’Origanum majorana (maggiorana, Fig. 2), Lo Ziziphus spina-christi (spina di Cristo) e la Salvia fructicosa (salvia arbustiva) hanno mostrato effetti antiparassitari negli studi.
Conclusione
La fitoterapia è un’alternativa promettente per il trattamento delle malattie parassitarie, soprattutto in tempi di crescente resistenza ai farmaci sintetici. Gli estratti vegetali non solo offrono un metodo di produzione più economico, ma hanno anche dimostrato la loro efficacia in numerosi studi. Tuttavia, la sfida rimane quella di approfondire la ricerca sulla loro sicurezza ed efficacia e di sviluppare protocolli di trattamento standardizzati. Data la crescente minaccia per la salute globale rappresentata dai parassiti, la ricerca e l’utilizzo delle piante medicinali potrebbero svolgere un ruolo sempre più importante nell’assistenza sanitaria globale in futuro.
Fonte: Kluj A, Kosiada M, Mularczyk P, et al: L’uso della fitoterapia nella lotta contro le malattie parassitarie. Ann Parasitol. 2023; 69(3-4): 91-102. doi: 10.17420/ap6903/4.513. PMID: 38281734.
PRATICA FITOTERAPICA 2024; 1(1): 9-10