Negli ultimi decenni, il consumo di alcol in Svizzera è complessivamente diminuito – allo stesso tempo, però, il numero di persone che vengono ricoverate in emergenza a causa di un’intossicazione da alcol è in aumento. Il Prof. Dr. med. Roland Bingisser, primario del centro di emergenza dell’Ospedale Universitario di Basilea, ha informato sulle misure più importanti in relazione alle intossicazioni da alcol durante un workshop a Davos.
“Il bere in coma è semplicemente un modo per distinguersi per molti giovani”, ha detto il relatore. E spesso ci riescono – purtroppo non solo finendo al pronto soccorso come pazienti con intossicazione da alcol, ma anche a causa delle conseguenze della disinibizione, della violenza e degli incidenti legati all’alcol.
Cosa fare con un paziente di 14 anni che arriva al pronto soccorso privo di sensi con un’intossicazione da alcol? Il Prof. Bingisser ha raccomandato un buon monitoraggio, ma non l’intubazione, il controllo della glicemia a causa del rischio di ipoglicemia ed eventualmente una TAC cranica se le circostanze non sono chiare. “Con una persona così giovane, di solito c’è un problema enorme dietro l’intossicazione”, ha sottolineato. “Ecco perché è importante seguire il paziente quando si sveglia e avviare il follow-up”.
Spesso i giovani vogliono proibire al medico di informare i genitori. Tuttavia, questa non è un’opzione per un quattordicenne – in questo caso, può essere utile l’argomentazione che il paziente non è in grado di valutare correttamente la situazione a causa dell’intossicazione.
Screening dell’alcol in situazioni di emergenza e di incidente
“Chiedete ai pazienti che arrivano in emergenza o che hanno avuto un incidente di informarsi sul consumo di alcol?”. La maggior parte dei partecipanti al workshop non l’ha fatto e quindi era in buona compagnia. “Purtroppo, lo screening dell’alcol viene spesso dimenticato”, si rammarica il Prof. Bingisser, “anche se è una cosa molto sensata. Un ventenne che ha un incidente stradale ha un rischio del 20-25% di bere in modo problematico”.
È importante non dare al paziente un colpo in testa con la domanda sul consumo di alcol, ma creare un’atmosfera amichevole e comprensiva. La domanda diretta “Beve alcolici?” porta a un rifiuto riflessivo. È meglio fare una domanda aperta, ad esempio: “Cosa le piace bere?”. Se poi il paziente menziona le bevande alcoliche, si può andare un po’ più a fondo: “Ha mai pensato di ridurre il suo consumo?”. Per le persone che rispondono chiaramente di no a questa domanda e ritengono che il loro consumo non sia problematico, è inutile insistere ulteriormente. Ma per le persone che sono più esitanti e che potrebbero dire “sì, un po’ meno andrebbe bene”, vale la pena chiedere e offrire un consiglio appropriato. “Questa misura breve non è costosa e può avere molto successo”, ha detto il relatore. “Ogni bicchiere che qualcuno non beve fa qualcosa, se si pensa a conseguenze come incidenti e aggressioni”.
L’alcolismo è sottodiagnosticato
Nei pazienti con sospetta intossicazione da alcol è importante non dimenticare che potrebbero esserci altre ragioni per la loro condizione (ictus, ipoglicemia, ecc.). Per questi motivi, una TAC è necessaria in situazioni poco chiare, soprattutto per escludere un’emorragia cerebrale, che è chiaramente più frequente nelle persone intossicate. Una TAC è sempre obbligatoria se si rilevano lesioni al di sopra delle clavicole.
Le persone intossicate sono spesso spaventate nella loro confusione e poi diventano aggressive. In queste situazioni, è importante rimanere amichevoli e attenti, confermare le opinioni del paziente e stabilire sempre un collegamento con la realtà (dove si trova il paziente, perché è qui e anche che le sue condizioni miglioreranno presto). Soprattutto, però, il personale del reparto di emergenza deve sempre preoccuparsi della propria sicurezza, ad esempio assicurandosi che il paziente non si senta confinato e che abbia una via di fuga aperta.
La dipendenza da alcol è in linea di massima sottodiagnosticata, in quanto la diagnosi viene solitamente fatta solo al momento del primo ricovero. Soprattutto nel caso delle persone anziane, spesso non ci si interroga più sul consumo di alcol, sebbene anche un basso livello di consumo possa avere forti effetti nella terza età. Ecco perché le intossicazioni spesso non vengono notate – ma non di rado si nascondono dietro una “caduta dal bordo del tappeto” o un delirio.
Fonte: 55° Educazione Medica Continua Davos, 7-9 gennaio 2016
PRATICA GP 2016; 11(3): 58-59