L’aggiunta dell’inibitore CDK4/6 ribociclib al letrozolo ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione nelle donne in postmenopausa con carcinoma mammario avanzato positivo al recettore ormonale, come hanno riferito i ricercatori al congresso ESMO 2016 a Copenaghen.
Uno dei punti salienti del congresso ESMO di quest’anno è stata la presentazione dei dati dello studio Monaleesa-2: si tratta del trattamento di prima linea del carcinoma mammario avanzato, HP-positivo, HER2-negativo, in cui le pazienti hanno ricevuto l’inibitore selettivo delle chinasi ciclina-dipendenti 4 e 6 (CDK 4/6) ribociclib in combinazione con letrozolo come terapia di prima linea. Lo studio multicentrico randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, ha confrontato l’efficacia e la sicurezza di questa combinazione con la monoterapia con inibitori dell’aromatasi.
Molti tumori con sovraespressione di CDK
Ribociclib viene somministrato per via orale. Bloccando in modo specifico la CDK4/6, la sostanza inibisce la fosforilazione della proteina retinoblastoma, una proteina soppressore del tumore la cui funzione è compromessa in molti tipi di tumori. In questo modo, viene impedita la transizione mediata da CDK dalla fase G1 alla fase S della divisione cellulare. Il ciclo cellulare viene interrotto, la sintesi del DNA viene soppressa e la crescita tumorale viene inibita. La sovraespressione di CDK si osserva in molti tumori, portando a una disregolazione del ciclo cellulare.
Le opzioni terapeutiche sono state notevolmente ampliate
La prima analisi ad interim dei dati dello studio Monaleesa-2 ha mostrato un miglioramento del 44% nell’obiettivo primario della sopravvivenza libera da progressione rispetto al braccio placebo (HR: 0,556, p=0,00000329). La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 14,7 mesi nel braccio placebo, ma non è stata raggiunta nel braccio ribociclib al momento del cut-off dei dati. Le pazienti con malattia misurabile hanno mostrato tassi di risposta obiettiva significativamente più elevati con ribociclib più letrozolo (53% vs 37%, p=0,00028) e tassi di beneficio clinico migliori (80% vs 72%, p=0,02) rispetto al solo letrozolo.
Oltre all’eccellente risposta oncologica, i dati confermano anche una buona tollerabilità. Gli inibitori di CDK4/6 ampliano in modo significativo lo spettro delle opzioni terapeutiche per il cancro al seno metastatico.
Fonte: Congresso ESMO 2016, 7-11 ottobre 2016, Copenaghen
InFo ONCOLOGIA & EMATOLOGIA 2016; 4(7-8): 3