Il beneficio dello screening del PSA per la diagnosi precoce del cancro alla prostata è controverso. Uno studio recente ha utilizzato due modelli per esaminare la misura in cui il cambiamento di opinione nelle linee guida (a favore del non screening) potrebbe avere un impatto in futuro.
(ag) Il rischio di sovradiagnosi del carcinoma prostatico nello screening con PSA è ben noto. Soprattutto negli uomini anziani, questo studio deve essere interpretato con cautela. Gli studi hanno anche dimostrato che lo screening salva solo poche vite, a condizione che gli uomini sottoposti a screening siano seguiti per un periodo sufficientemente lungo (11-13 anni). Per questo motivo, le nuove linee guida cliniche raccomandano di rinunciare del tutto al test del PSA di routine, o almeno negli uomini di età superiore ai 70 anni. Quale impatto potrebbe avere questo cambiamento di direzione in futuro? Un nuovo studio ha indagato questa domanda.
Proiezione fino al 2025
Gli autori hanno ipotizzato un beneficio di sopravvivenza dello screening del PSA, che è coerente con i risultati di studi precedenti. Sulla base di due modelli della storia naturale e della diagnosi futura del cancro alla prostata, hanno calcolato l’effetto di continuare lo screening del PSA rispetto a non farlo.
I modelli si basavano, tra l’altro, sui dati di incidenza del cancro alla prostata negli Stati Uniti. Questo ha previsto, da un lato, l’incidenza e, dall’altro, la mortalità tra gli anni 2013 e 2025 con o senza screening. La popolazione dello studio comprendeva sia uomini di età superiore ai 70 anni che giovani.
La rinuncia potrebbe avere conseguenze negative
I modelli prevedono che il proseguimento dello screening (applicato con la stessa frequenza di prima e a tutti gli uomini) genererebbe 710.000 (fino a 1.120.000 a seconda del modello) sovradiagnosi, ma eviterebbe anche 36.000-57.000 decessi per cancro nell’intero periodo.
L’eliminazione del test del PSA in tutti gli uomini elimina il 100% di tutte le future sovradiagnosi, ma allo stesso tempo, secondo i modelli, si perde il 100% dei decessi prevenibili.
Se lo screening viene effettuato solo negli uomini di età inferiore ai 70 anni, è possibile eliminare circa il 64-66% delle suddette sovradiagnosi e prevenire più frequentemente i decessi (anche se non sempre: il 36-39% di questi si verifica comunque con lo screening).
I pazienti più giovani ne traggono vantaggio
Gli autori concludono che non sottoporre a screening tutti gli uomini potrebbe avere effetti negativi. Questo comporterebbe molte morti evitabili. Con uno screening continuo degli uomini di età inferiore ai 70 anni, si potrebbe evitare più della metà dei decessi evitabili. Questo con tassi di sovradiagnosi significativamente ridotti rispetto allo screening in pazienti di tutte le età. Pertanto, una rinuncia generale a favore di un limite di età superiore ragionevole dovrebbe essere riconsiderata.
Fonte: Gulati R, et al.: Impatto previsto sulla popolazione dell’interruzione dello screening dell’antigene prostatico specifico. Cancro 2014. doi: 10.1002/cncr.28932.
InFo Oncologia & Ematologia 2014; 2(7): 3