È chiaro che lo scambio coordinato tra ospedale e medici di base è fondamentale per la funzionalità del sistema sanitario. Ma come si possono coordinare meglio le interfacce tra le due aree? Quali sono i canali di comunicazione più efficaci? Il PD Dr med Manuel Fischler, Primario della Clinica Medica del Waid City Hospital, Zurigo, e il Dr med Gerhard Schilling, Specialista in Medicina Generale, Stein am Rhein, hanno presentato diverse opzioni al Congresso KHM di Lucerna.
Il PD Dr. med. Manuel Fischler, primario della clinica medica del Waid City Hospital di Zurigo, ha innanzitutto affrontato la questione di dove esistano le interfacce tra ospedali e fornitori di cure primarie. In termini di modello, la professione medica contiene due componenti: Cura e assistenza. I medici di un ospedale si occupano maggiormente della cura, mentre gli infermieri si occupano dei processi di assistenza. Anche nel sistema sanitario di livello superiore esistono le due aree di responsabilità. Sia gli ospedali che i fornitori di cure primarie eseguono processi di cura acuta. I medici di base sono anche più attivi nel settore dell’assistenza comunitaria rispetto agli ospedali: Le fasi di cura dei pazienti si allungano in modo significativo.
I campi di attività non possono essere chiaramente separati l’uno dall’altro, perché i compiti dell’ospedale e dei fornitori di cure primarie si sovrappongono(Fig. 1). Pertanto, è necessario trovare il modo di ottimizzare e coordinare la comunicazione nelle interfacce.
Questo sembra essere proprio un problema: studi recenti per la Svizzera mostrano che i problemi di coordinamento si verificano nel 32% dei pazienti con due o più malattie croniche. In particolare, questo si riferisce alle seguenti situazioni: il medico di famiglia non ha a disposizione i risultati dei test al momento della consultazione, riceve informazioni contraddittorie da diversi specialisti o ordina un test che è già stato eseguito. Nel 2011, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha quindi concluso che, sebbene il sistema sanitario svizzero funzioni molto bene sotto molti aspetti, sono necessarie riforme per stabilire il coordinamento dei vari servizi medici in modo stabile nel lungo termine.
Tre dimensioni
Secondo il dottor Fischler, le interfacce tra l’assistenza ambulatoriale e quella ospedaliera possono essere viste da tre punti di vista:
- In primo luogo, è necessario realizzare una continuità fluida nella catena del trattamento terapeutico. Lo scambio di informazioni (soprattutto i rapporti di uscita/riferimento) non deve vacillare.
- In secondo luogo, la stessa continuità è necessaria nel passaggio all’assistenza infermieristica e all’assistenza Spitex. L’ospedale dovrebbe coinvolgere i servizi Spitex nella consultazione in una fase iniziale.
- In terzo luogo, il quadro finanziario e sociale è di grande importanza.
Forme di scambio
Il dottor Fischler vede molti vantaggi in uno scambio intensificato tra medici di base e ospedali: “Questo è necessario perché le malattie croniche e quindi i passaggi dalla terapia ambulatoriale a quella ospedaliera sono sempre più frequenti. La crescente complessità dei trattamenti richiede una cooperazione interprofessionale. Infine, ma non meno importante, uno scambio più efficiente tra medico di base e ospedale offre un contributo prezioso al contenimento dei costi del sistema sanitario”. La base di tali sforzi è la volontà di cooperazione degli attori coinvolti. Se viene data, sono ancora necessarie le condizioni quadro appropriate. L’implementazione dell’e-health potrebbe servire come strumento importante per lo scambio di dati. Solo un canale di comunicazione stabile e universalmente accettato consente uno scambio regolamentato tra le diverse istituzioni sanitarie.
I partecipanti al workshop si sono chiesti anche quali strumenti utilizzare per comunicare. Quanto sono affidabili e chiari i contatti e-mail? Spesso le persone dimenticano di caricare i documenti necessari nell’allegato, il che comporta un lungo ritardo nello scambio di informazioni. Che ruolo ha il telefono? Molti medici non sono disponibili o hanno poco tempo per le telefonate. La soluzione (nel senso di e-health) sarebbe una piattaforma di dati intercantonale accessibile elettronicamente, in cui i miliardi di documenti sono organizzati in modo chiaro e sono accessibili in qualsiasi momento.
“Esistono già portali di riferimento che forniscono un punto di ingresso comune per la marea di dati”, ha sottolineato il dottor Fischler. Le informazioni sui pazienti possono essere recuperate ed elaborate elettronicamente. In futuro, potrebbero essere collegate anche le organizzazioni di follow-up, come i centri di assistenza. Tali piattaforme sono ben accolte dai medici. Secondo i dottori Fischler e Schilling, è quindi auspicabile un ulteriore impegno in questo settore.
Fonte: “Scambio medico di famiglia e ospedale”, workshop alla 15esima Conferenza di formazione continua del Collegio di Medicina di Famiglia (KHM), 20-21 giugno 2013, Lucerna.