Domanda: La stimolazione diaframmatica precoce nella SLA può ritardare la necessità di ventilazione non invasiva?
Premessa: la SLA è una malattia neurodegenerativa associata alla debolezza del diaframma e all’insufficienza respiratoria. La ventilazione non invasiva allevia le difficoltà respiratorie e prolunga la sopravvivenza. Si spera che la stimolazione diaframmatica precoce ritardi l’indebolimento diaframmatico anche prima dell’insufficienza respiratoria.
Pazienti e metodologia: RespiStimALS è uno studio randomizzato controllato in triplo cieco su pazienti con SLA definita o probabile in Francia. I criteri di inclusione includevano una distress respiratorio moderato (capacità vitale forzata attesa 60-80%) e una risposta diaframmatica bilaterale alla stimolazione diagnostica del nervo frenico. Tutti i pazienti hanno ricevuto uno stimolatore frenico per via laparoscopica e sono stati assegnati in modo casuale a ricevere uno stimolatore attivo o uno sham inattivo (1:1). L’endpoint primario era la sopravvivenza alla necessità di ventilazione non invasiva.
Risultati: Tra il 2012 e il 2015, sono stati inclusi 74 partecipanti. Dopo che uno studio (DiPALS) in Inghilterra ha mostrato un aumento della mortalità nei pazienti SLA con insufficienza respiratoria sottoposti a stimolazione diaframmatica, nel 2015 è stata condotta un’analisi non pianificata con un aumento della mortalità nel gruppo “attivo”. Inoltre, la sopravvivenza mediana alla necessità di ventilazione non invasiva è stata di 6,0 mesi nel gruppo “attivo”, 8,8 mesi nel gruppo di controllo (p=0,02).
Conclusioni degli autori: La stimolazione diaframmatica precoce nei pazienti affetti da SLA non ritarda la necessità di ventilazione non invasiva, non ha alcun beneficio sulla qualità della vita e riduce addirittura la sopravvivenza. La ragione dell’effetto dannoso non è ancora stata chiarita.
InFo NEUROLOGIA & PSICHIATRIA 2017; 15(2): 27