La fibrillazione atriale è il più importante fattore di rischio trattabile per gli ictus ischemici nel 2025 – e allo stesso tempo un’area in cui la precisione fa la differenza. I grandi sconvolgimenti sono finiti: gli anticoagulanti orali diretti (DOAC) hanno sostituito gli antagonisti della vitamina K come standard di cura. Tuttavia, le ultime linee guida, gli studi e i dati dei registri stanno spostando l’attenzione dalla domanda “quale farmaco?” alla domanda “come usarlo in modo coerente e corretto?”. Allo stesso tempo, i concetti di assistenza integrata, come il percorso ABC, stanno integrando il trattamento in un processo incentrato sul paziente che combina OAC, strategia del ritmo e gestione delle comorbilità. E mentre la ricerca clinica con gli inibitori FXI/XIa continua a cercare un margine di sicurezza, i primi risultati della fase 3 forniscono una sobria valutazione intermedia: la prova del concetto è ancora in sospeso.
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